A fine marzo 2020, nel pieno dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus, il Portogallo ha deciso di approvare una sanatoria per la regolarizzazione degli immigrati, in modo da garantire l’accesso a una serie di servizi e numerosi diritti a tutti i migranti e ai richiedenti asilo presenti sul territorio, con richieste pendenti durante l’emergenza per il Covid-19. Un argomento analizzato attentamente anche dall’avvocato immigrazionista Iacopo Maria Pitorri. La presidenza del consiglio dei ministri del Portogallo, nello specifico, il 30 marzo 2020, ha annunciato che durante il periodo di emergenza tutti gli immigrati con domande di permesso di soggiorno pendenti, e i richiedenti asilo, sarebbero diventati regolari e dunque avrebbero potuto accedere a tutti i servizi e avere gli stessi diritti dei cittadini portoghesi, incluso il sostegno sociale. Un provvedimento importante che ha portato anche l’Italia a spingere sempre di più per una sanatoria per la regolarizzazione degli immigrati. Si tratta di un progetto di legge già previsto, con una bozza che circola composta da 18 articoli, e che adesso sta prendendo sempre più piedi, sulla scia dell’esempio del Portogallo. La decisione portoghese ha ricevuto anche il plauso della Commissione per i diritti umani del Consiglio d’Europa e del Commissario Dunja Mijatovic, che l’ha definita una buona pratica per tutelare le persone più vulnerabili e la parte più debole della società, durante l’emergenza sanitaria. 

Il provvedimento del governo portoghese prevede, nello specifico, che tutti gli immigrati presenti in Portogallo che avessero una domanda pendente presso il “Serviço de Estrangeiros e Fronteiras – Sef”, al momento della dichiarazione dello stato di emergenza del Paese, il 19 marzo scorso, avranno gli stessi diritti dei residenti fino al 1 luglio 2020. Secondo il ministro dell’Interno portoghese, Eduardo Cabrita, che è anche a capo del Sef, in Portogallo ci sono circa 580mila immigrati. Un dato simile a quello italiano. Nel nostro Paese, infatti, secondo i dati della Fondazione Ismu-Iniziative e studi sulla multietnicità, in Italia nel 2019 c’erano 562mila stranieri clandestini. Proprio per questo motivo, ha evidenziato l’avvocato Pitorri di Roma, molto attivo in questo campo con il suo studio legale, anche l’Italia guarda con interesse a una sanatoria per la regolarizzazione degli immigrati. Un provvedimento necessario in un momento emergenziale come questo, ma che possa poi mettere le basi per una regolarizzazione duratura nel tempo. Come raccontato anche nel suo libro, l’avvocato Pitorri ha evidenziato che la strada migliore è proprio quella che passa per una sanatoria della regolarizzazione degli immigrati dal punto di vista lavorativo. Una regolarizzazione che parta, dunque, dalla stabilizzazione attraverso un contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, che possa, poi, gettare le basi per la richiesta del permesso di soggiorno, e che porti alla luce tutto il lavoro sommerso non regolare presente in Italia e, contemporaneamente, rappresenti la strada più rapida e lineare per la regolarizzazione di migliaia di cittadini stranieri immigrati presenti sul territorio italiano.